PUN Sotto i 100 €/MWh a Maggio. Quale potrebbe essere l’impatto per le bollette?
Introduzione
Il PUN ha registrato in questi giorni un dato importante. Il Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica ha raggiunto un valore inferiore alla soglia dei 100 €/MWh. Questo è avvenuto nella settimana centrale di maggio. Per molti, questa notizia evoca un possibile alleggerimento dei costi in bolletta. Arriva, del resto, dopo un periodo prolungato di rincari. Ma è una tendenza che si rifletterà concretamente sulle spese domestiche? O è necessario un approccio più cauto nell’interpretare questi dati? Analizziamo la situazione con precisione.
Il dato di fatto e la discesa del PUN
Il dato è chiaro: nella settimana dall’8 al 14 maggio, il PUN medio ha registrato un valore preliminare. Si aggira tra i 95 e i 98 €/MWh. Una discesa significativa, inutile negarlo. Basta confrontarla con i picchi recenti, quando superava allegramente i 200 €/MWh e anche ben oltre. È fondamentale capire un punto: esso rappresenta il costo dell’energia all’ingrosso. È il prezzo a cui i fornitori si approvvigionano sul mercato. Questo significa che, in teoria, un costo inferiore all’acquisto dovrebbe tradursi in un prezzo più basso. Soprattutto per il consumatore finale. Ma qui sta il punto cruciale. Principalmente perché la teoria, nel mondo dell’energia, spesso si scontra con una realtà ben più contorta.
Per chi volesse verificare, i numeri nudi e crudi sono pubblicati direttamente dal Gestore dei Mercati Energetici. Loro mettono a disposizione le tabelle settimanali con l’andamento del PUN. In questo modo, nessuno potrà dire che le cifre ce le siamo inventate. Basta consultare la sezione “Sintesi PUN” sul loro portale ufficiale, e i dati parleranno da soli.
La composizione della bolletta sul PUN
È cruciale però comprendere che la bolletta dell’energia elettrica che giunge ai consumatori non è determinata esclusivamente dal PUN. Essa è il risultato di un insieme di voci e costi che ne definiscono il valore finale, rendendo l’impatto del solo calo, meno immediato e diretto di quanto si possa sperare.
Vi è, innanzitutto, un ritardo temporale nell’applicazione dei prezzi. I costi che si riflettono nella bolletta mensile o bimestrale si riferiscono ai consumi del periodo precedente. Di conseguenza, l’eventuale beneficio del calo del PUN registrato a maggio si manifesterà con una certa dilazione, presumibilmente nelle fatture relative ai consumi di giugno o luglio.
A ciò si aggiungono gli oneri di sistema e le imposte (IVA e accise). Queste componenti rappresentano una quota significativa della bolletta e sono stabilite da provvedimenti legislativi o da decisioni dell’Autorità di Regolazione. Il loro valore non è correlato all’andamento del PUN e tende a rimanere stabile o a subire variazioni autonome. Similmente, i costi fissi e di commercializzazione, che comprendono le spese per la gestione del contatore, il trasporto dell’energia e i margini del fornitore, rimangono invariati rispetto alle fluttuazioni del prezzo all’ingrosso.
L’incidenza del calo del PUN varia anche in base alla tipologia di contratto sottoscritto. Nel mercato libero, il prezzo può essere indicizzato (in tal caso il consumatore beneficerà del calo, sebbene con lo spread applicato dal fornitore) o fisso per un periodo predeterminato. Per gli utenti ancora nel mercato tutelato – destinato a cessare a breve – l’aggiornamento dei prezzi avviene su base trimestrale, determinato da ARERA in base a una media dei valori del PUN del trimestre precedente, diluendo così l’effetto di un calo settimanale.
Necessaria attenzione per il consumatore
La riduzione del PUN è indubbiamente un segnale positivo di una tendenza alla normalizzazione dei prezzi all’ingrosso dell’energia. Tuttavia, è improprio aspettarsi che si traduca automaticamente in un drastico abbassamento delle bollette per tutti. Il sistema energetico è intrinsecamente complesso, con molteplici variabili che influenzano il costo finale.
Per il consumatore, la strategia più efficace rimane quella di monitorare attentamente la propria offerta, comprendere la struttura del proprio contratto e, se operante nel mercato libero, confrontare le diverse proposte disponibili sul mercato. È un approccio proattivo che consente di cogliere le opportunità di risparmio, senza affidarsi esclusivamente alle variazioni del mercato all’ingrosso.
Fonti e Riferimenti:
-Gestore dei Mercati Energetici (GME).
-Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
Lo staff di EnergieChiare
Vuoi vedere altri nostri articoli?
Allora, puoi cliccare qui per saperne di più:
https://www.energiechiare.it/category/blog/